by CARMELO LOPAPA
Subito la stangata sui ticket per almeno 15 milioni di italiani, 10 euro sulle ricette, 25 per gli interventi in pronto soccorso. Potranno tirare un sospiro di sollievo i 630 deputati e 315 senatori con le loro famiglie, che viaggiano con un’assistenza tutta loro. E per una casuale e beffarda coincidenza, proprio alla vigilia della stretta sulle famiglie, la Camera dei deputati rende pubblici per la prima volta i costi della sanità integrativa sostenuta negli ultimi anni a beneficio degli onorevoli. Sufficiente a svelare un costo per le casse pubbliche che sfiora i 30 mila euro al giorno, quasi 850 mila euro al mese.
Già, perché solo nel 2010 la copertura finanziaria approntata per tutta una serie di interventi non esattamente salva-vita a beneficio dei 630 di Montecitorio, degli “ex” e delle loro famiglie ha toccato i 10 milioni 117 mila euro. Dati – sintetizzati nella tabella ufficiale pubblicata qui di fianco – che finora erano rimasti coperti nelle pieghe dell’amministrazione. Sono stati i sei deputati radicali guidati da Rita Bernardini a portare avanti la battaglia per la pubblicazione della spesa “al dettaglio”, dopo molteplici istanze ai vertici della Camera. Finché il 13 luglio scorso, dagli uffici dei questori, parte con protocollo 19751 la tabella completa. Il meccanismo, va da sé, è analogo a Palazzo Madama per i 315 senatori (e famiglie). Si chiama Asi, Assistenza sanitaria integrativa e stando all’ultima rilevazione dei questori di Montecitorio risulta che ne beneficino oltre ai “630, anche 1.109 loro familiari, 1.329 titolari di assegni vitalizi e 1388 loro familiari, 484 titolari di assegno vitalizio di riversabilità e 25 loro familiari, 217 deputati in attesa di vitalizio diretto e 386 loro familiari, 2 giudici emeriti della Corte Costituzionale e 2 loro familiari, 2 familiari dei giudici della Corte titolari di reversibilità”. In tutto una platea di 5.574 privilegiati.
Fragilità, insicurezze, disturbi della personalità, delusioni, amarezze. Dura la vita del deputato. Così, l’esborso forse più inatteso è quella che sbuca alla sesta voce della tabella, che rivela come i deputati nel 2010 hanno fatto spendere all’amministrazione 204 mila euro per “psicoterapia”. Ma è solo il dato più curioso e assorbe appena il 2 per cento del totale. Il vero boom è da ricercare alla voce “odontoiatria”, che da sola assorbe il 30 per cento dell’intero budget: 3 milioni 92 mila euro. Carie, piombature, dentiere per sorrisi smaglianti a beneficio di telecamere. Il plafond per 5 anni è di 23.240 euro per ciascun nucleo familire. Un esborso per i conti pubblici che segue di poco quello per “ricoveri e interventi”, costati lo scorso anno alla Camera 3 milioni 173 mila.
Ma ci sono anche i ticket rimborsati agli onorevoli, per 153 mila euro, e gli accertamenti di varia natura per quasi mezzo milione di euro. “I trattamenti termali portano benefici all’apparato locomotore, respiratorio, cardiovascolare, alla circolazione sanguigna, coadiuvano la cura delle stomatologie, delle malattie dermatologiche: incrementano il turismo e creano posti di lavoro” raccomandava giusto ieri il “responsabile” Domenico Scilipoti nel suo milionesimo comunicato stampa. I suoi colleghi deputati lo sanno da tempo e solo lo scorso anno a spese della Camera hanno usufruito di cure termali per oltre 204 mila euro (plafond annuo da 1.240 euro ciascuno). Ma se è per questo, sembra che abbia molto a che fare con la chirurgia estetica (ma non solo quella per la verità) la chiusura delle vene varicose o comunque malate, così antiestetiche soprattutto per le deputate e mogli di parlamentari: va sotto la voce “sclerosante” e la spesa è di 28 mila euro (plafond da 775 euro l’anno).
Poca cosa rispetto per esempio al rimborso di cui gli inquilini di Montecitorio continuano a usufruire per l’acquisto dei loro occhiali da vista: si viaggia quasi sul mezzo milione di euro, 488 mila per l’esattezza. Ma è un crescendo. Non sarà tanto per l’età media elevata dei beneficiari, più probabilmente perché la voce “fisioterapia” comprende talassoterapia e altri generi di assistenza antistress, sta di fatto che per questo genere di trattamenti sono stati impiegati nel 2010 quasi un milione di euro, il dieci per cento del totale, con plafond annuo di tutto rispetto: 1.860 euro ciascuno. “A noi non interessa la demagogia, ma da anni portiamo avanti la nostra battaglia per la trasparenza delle spese sostenute dal Parlamento” spiega Rita Bernardini, nell’apprezzare il passo avanti compiuto comunque dalla presidenza Fini. È il secondo dossier reso pubblico dopo quello corposo sugli affitti.
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