Thursday, July 14, 2011

Too Big to Fail

by Francesco Carbone

La gente non finisce mai di stupirmi. Oggi arriva uno su facebook e mi chiede: "secondo te conviene investire in titoli di stato italiano adesso?" Azione successiva: rimuovi dagli "amici". Non ha senso avere "amici" del genere, che probabilmente ancora non hanno comprato un'oncia d'oro e che sicuramente non hanno mai letto una riga di quel che ho scritto e pubblicato in dieci anni di attività. Persone che preferiscono lesinare qualche euro evitando di comprare i libri qua pubblicati, e che invece corrono a buttare cento o mille volte (o diecimila) quella cifra in pasto a un mostro che nei prossimi anni, forse mesi, si divorerà quasi tutto.

Già mi immagino l'omino allo sportello bancario: signora, i bot belli freschi di stampa usciti oggi le offrono un bel 3.6% di rendimento, i titoli a dieci addirittura un 5.5%, non si lasci scappare questa occasione che non vedevamo da almeno quindici anni. Si peccato che un tasso a dieci anni del 4.5%, di appena qualche settimana fa, non lo rivedremo davvero mai più.

A questo, tutt'al più, servirà il rimbalzo del gatto morto partito oggi che ha interessato i titoli abbattuti tra venerdì e il lunedì nero: a scaricare sui poveri retail, ergo il solito parco buoi, ciò che il mondo ha deciso di scaricare prima che sia troppo tardi. Ma che parlo a fare, i nostri libri hanno già previsto a grandi linee tutto quello che accadrà nei prossimi anni. Lasciamo semplicemente certi "amici" al loro destino. E' ciò che si meritano.

Parliamo invece del coro di voci che si stanno rincorrendo a sostenere la solidità, i fondamentali di questo paese che la frutta se l'è mangiata oramai tanti di quegli anni fa che io a 40 anni, neanche mi ricordo quando è stato l'ultimo boccone. Davvero siamo giunti alla tragicommedia. La marea di idiozie che fuoriescono dalla bocca di tutti coloro che continuano a sostenere il truffone nostrano è talmente elevata che meriterebbe davvero una raccolta speciale da far leggere ai posteri.

Riporto, traducendola, solo una delle battute più belle arrivatami con un tweet di zerohedge:

"L'amministratore delegato di unicredito dice che i titoli della sua banca sono vittima delle vendite allo scoperto. Dick Fuld ha chiamato, rivuole indietro il copione".

Non sapete chi è Dick Fuld?? Se guardate, o avete già visto, il film Too Big to Fail, lo capirete subito: era il CEO della Lehman Brothers. Prima che la sua banca fallisse diceva le stesse cose che oggi ripete il CEO di unicredito. E in Italia, più o meno, soprattutto con riferimento ai titoli del debito del paese, stanno recitando tutti lo stesso copione. Avrebbe ragione Dick Fuld a incazzarsi, i diritti di copyright sulle sue splendide battute non si possono rubare così impunemente!

Mi spiace per tutti quelli che indotti dalla stampa di regime pensano di essere vittime dello short selling o delle manovre di qualche speculatore cattivo, perchè da quel che si sente in giro non pare esserci in giro un gran ammontare di vendite allo scoperto. Invece sono vendite reali, del tipo, "get the fuck out of here" prima che sia troppo tardi, come erano quelle che colpirono a suo tempo la Lehman Brothers o più recentemente la Grecia quando i suoi tassi stavano ancora al 7% (bei tempi! era solo un anno fa!).

Il tempo è galantuomo, come sempre. Nessuno dovrebbe preoccuparsi degli short sellers: se il titolo di unicredito e i titoli di stato italiani davvero valgono si risolleveranno, ma se non valgono i prezzi di oggi, come penso io, seguiranno lo stesso destino della Lehman o della Grecia. Time will tell. As Always. Del resto non è colpa mia se una classe politica incompente in queste decadi è riuscita ad accumulare 2.000.000.000.000 di debito, piuttosto la colpa è tutta loro e di tutta quella combriccola di leccapiedi (i lumpen intellettuali) che per decenni hanno cantato al mondo che potevamo permetterci quella montagna di debito grazie ai risparmi degli italiani. Adesso ci sono 2 trilioni di montagna da gestire, e vi posso assicurare che non sono noccioline. Basta un ribasso dei prezzi pari alla metà di quello subito dalla Grecia che le società bancarie e assicurative di questo paese possono benissimo chiedere un TARP tutto italiano o farsi addirittura nazionalizzare come negli anni trenta, che si fa sicuramente prima.

Qualora i vostri risparmi venissero decimati nel prossimo futuro, mi raccomando, ringraziateli per bene tutti quanti. Li potete trovate seduti innanzitutto nelle cattedre di economia politica e macroeconomia di ogni università italiana. E poi al comando delle banche, dei partiti politici, e delle lobby che per decenni si sono arricchite soprattutto alle spalle della gente il cui salario non raggiunge neanche un quinto di quello del più povero sfigato dei soggetti appena menzionati.

La verità è che la gran parte dei risparmi degli italiani sono stati incanalati in un debito senza senso (mentre il resto è stato incanalato in una borsa che oggi vale meno della metà di 10 anni fa e poi nel gioco di scambiarsi immobili come figurine a prezzi folli!), e quindi sostanzialmente sono già stati fumati dalla classe dirigente. I prezzi espressi dai mercati fino a qualche settimana fa erano ancora frutto di una magica illusione. E lo sono stati per 15 anni. Vedere per credere il chart a vasca da bagno pubblicato tempo fa. Adesso finalmente si stanno muovendo per esprimere la vera sostanza della realtà. E siamo appena all'inizio.



La classe dirigente che ha sempre fatto ricorso a svalutazioni competitive, con l'entrata nell'Euro ha pensato di salvarsi dal default che attendeva questo paese già quindici anni fa. Hanno sicuramente guadagnato tempo, mangiando ancora a sbafo alla faccia di chi lavora, e lasciando che la gente continuasse a scavarsi la fossa. Tuttavia La Tragedia dell'Euro spiega bene come l'operazione non potesse risolversi che in un gran insuccesso, con il solo risultato di ingigantire il problema già esistente. E la palla della valanga azzurra infatti si è ingigantita. A dismisura. A me sorprende invece una cosa: come mai chi sta vendendo in questi giorni, non si sia mosso già mesi o anni fa. Misteri. I mercati manipolati dalle banche centrali, o alterati dal credito facile del sistema bancario, del resto, raramente sono razionali. Non a caso viviamo in un videogame oramai da troppi anni.

Insomma l'attacco "speculativo" di questi giorni non è altro che il redde rationem di una serie interminabile di operazioni a confisca del risparmio che sono state perpetrate in decenni di mala gestione della cosa pubblica. Esisterebbe un articolo della costituzione a difesa del risparmio. Lettera morta come scrissi tempo fa: non si può difendere il risparmio in un sistema a riserva frazionaria basato su banca centrale e valuta irredimibile.

E qua ci allarghiamo, perchè sulla base di questa verità economica, non è solo l'Italia a essere insolvente, è l'intero sistema bancario mondiale. Il debito del nostro paese, sarà solo la prima importante pedina a cadere, forse quella decisiva nel processo che porterà al crack up boom risolutivo di questo insano sistema monetario.

C'è un passaggio del film Too Big to Fail che merita particolare attenzione. Ci dice che il regista poi non è così superficiale come sembra (almeno questa è l'impressione guardando tutto il film, davvero pietoso). Mi riferisco al momento in cui il segretario del tesoro americano, disperato e insonne dice alla moglie, in piena notte e nel giardino di casa:

"Non c'è nessuna banca al mondo che abbia abbastanza denaro nelle proprie casseforti da riuscire a rimborsare i propri depositanti!" (minuto 1:03:55 secondi)

ovvero siamo in un regime a Riserva Frazionaria dove fondamentalmente tutte le banche sono insolventi! Paulson lo sa. Quanti altri lo sanno? Pochi, a meno che non abbiano letto Cosa è il Denaro o La Tragedia dell'Euro.

Una ultima parola. Se qualcuno è stato così ingenuo da pensare che gli americani si facessero fottere il loro dominio economico e finanziario da quattro burocrati europei che avevano avuto la bella idea di inventarsi una moneta unica fonte di conflitti, trasferimenti di denaro, parassitismo, e ulteriore confisca inflazionistica, è stato davvero un povero illuso. Il dollaro come vado scrivendo da anni, è spacciato, ma gli americani non lo lasceranno andare a fondo senza prima aver distrutto un competitore che dietro ha ancora più fumo del bigliettone verde.

Come scritto anche nel mio Prevedibile e Inevitabile, la Guerra dei Mondi vedrà in ultima analisi fronteggiarsi nello scontro finale i vecchi padroni della carta finanziaria contro i nuovi padroni dei beni reali. Quindi fate come volete, continuate pure a comprare carta finanziaria, ma così facendo di certo non rientrerete mai nella seconda categoria. A meno che non pensiate di vincere facendo parte della prima. Ahahahahahahahahahha (e ridiamo ogni tanto che fa bene!).

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