Friday, September 5, 2014

Guarire (morire?) con l'ipnosi

by Stefano Masa

Nel secolo trascorso, Milton Hyland Erickson già sapeva le sorti del nostro paese. Probabilmente immaginava e aveva scoperto come poter entrare nella mente umana e soprattutto sfruttare il potenziale inespresso. Autorevole studioso, psichiatra e psicoterapeuta, grazie a lui ha preso forma l’ipnoterapia che prende il suo stesso nome: l’ipnosi ericksoniana. Oggi, dopo questa scoperta, stiamo rivivendo – solo noi italiani – un ulteriore passo avanti. L’Ipnotismo Italicum o più preferibilmente “renziano”.

Milton H. Erickson nella sua opera – dal titolo eloquente Guarire con l’ipnosi – evidenziava come nel cosiddetto apprendimento esperienziale si «poteva entrare nel quadro di riferimento del paziente per facilitare un approccio graduato alla riduzione del sintomo». Allo stesso tempo, per affrontare l’eliminazione di una psicopatologia, si doveva procedere «attraverso una sua estirpazione graduale, non cercando di combatterla, di discuterla o di eliminarla completamente». Per come descritto appare tutto molto semplice e chiaro ma – allo stesso tempo e solo per i più attenti – un processo che prevede un certo tipo di sofferenza per il paziente perché da ricondurre ad una «estirpazione graduale».

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Probabilmente – ma non ne siamo consapevoli – al nostro attuale premier di governo dobbiamo molto: grazie al suo operato del fare veloce, sempre veloce, e rispetto al passato inaspettatamente veloce, beneficiamo di una cura ipnotica somministrata quotidianamente ed apparentemente gratuita. Non sono presenti lettini dove poterci sdraiare. Non ci vengono fatte domande riguardanti il nostro passato, presente e futuro. Non si indaga nel e sul nostro Io. Non ci sono appuntamenti da fissare periodicamente. Fare, fare veloce e basta. Liberi. Tutti liberi ed in ascolto delle parole che arrivano via twitter o attraverso altro strumento e/o persona.

Tutti possiamo e potremmo aver bisogno di questa cura perché negarlo, ma come tutte le cure, nel tempo, bisogna verificarne i progressi. Per fare questo, ho approfittato e letto con estremo interesse il recente articolo pubblicato dal "Sole24Ore" lo scorso 24 agosto, dove attraverso il periodico rapporto Rating24, si osserva oggettivamente lo stato di avanzamento lavori del governo in carica.

Dal monitoraggio degli ultimi tre governi, si possono trarre dati significativi che cito testualmente: «le otto manovre cardine dell’esecutivo Monti vedono crescere il tasso di attuazione dal 63,1% di luglio al 72,2%, mentre per gli undici provvedimenti Letta si sale dal 23,5% al 38,3%. Renzi, che al suo attivo ha sei Dl, passa dall’1,2% al 4,3%».

Riepilogando in termini assoluti quanto è stato fatto (o non fatto), si possono sintetizzare e distinguere i cosiddetti provvedimenti “adottati” da quelli “non adottati o scaduti”. Forse, come lo stesso titolo citato relativo all’opera di Erickson, la sintesi diventa eloquente: il governo Monti aveva in cantiere 421 provvedimenti di cui portati a termine 304. Il successivo governo Letta ne contava un numero più ristretto pari a 329 di cui conclusi 135. All’attuale governo Renzi invece si fanno carico 164 provvedimenti dei quali, portati a termine, 7. Sono dati, pubblici e divulgati in maniera oggettiva. Nessuno commento è necessario.

Nei giorni scorsi si è sentito parlare dell’”agenda dei 1.000 giorni” che regolerà l’attività del governo da qui fino a maggio 2017. Prepariamoci. Quello che abbiamo visto finora è stato solo il primo incontro conoscitivo tra Specialista e Paziente. La cura è solo all’inizio.

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